STILI DI VITA E UDITO
STILI
DI VITA E UDITO
Antonio De Caria
Unità Operativa di Otorinolaringoiatria
Centro per lo Studio e la Cura degli Acufeni
Ospedale "G. da Saliceto" - Piacenza
La riduzione della capacità
uditiva è una delle più prevalenti condizioni croniche dopo ipertensione e
artrite. In aumento a causa del progressivo invecchiamento della popolazione,
comincia a interessare anche l‘età giovanile, a causa del frequente utilizzo di
dispositivi per l’ascolto della musica in cuffia (mp3, smartphone, iphone),
spesso ad alto volume. Il numero delle persone con problemi di udito è più che
raddoppiato nel periodo 1995-2004 passando da 120 milioni a 275 milioni e
arrivando, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ai 400 milioni
attuali. Oltre ai fattori genetici, al rumore, alle patologie infiammatorie,
all’uso/abuso di farmaci ototossici completano il quadro dei fenomeni che fanno
insorgere o aggravano il deficit uditivo, lo stile di vita e l’alimentazione. La
diretta correlazione tra stile di vita e riduzione della capacità uditiva è
materia di studio da diversi anni. La valutazione delle caratteristiche
demografiche e lo studio dei fattori di rischio associati alla perdita uditiva,
variano da nazione a nazione e, spesso, anche all’interno della stessa area
geografica in quanto differenti per tradizioni e abitudini locali. Generalmente
i dati che vengono presi in considerazione fanno riferimento a età, sesso, consumo
di tabacco, background educativo, esposizione al rumore professionale, obesità,
alcool, ipertensione, diabete, ipercolesterolemia e funzionalità renale.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato la stretto legame tra aumento
dell'età, uso di tabacco, educazione, ipertensione e compromissione dell'udito sulle
alte frequenze. Questi studi suggeriscono che le persone con fattori di rischio
cardiovascolari come ipertensione, diabete, fumo, ipercolesterolemia sono
particolarmente a rischio di sviluppare problemi di udito. Se si analizzano le
varie patologie, si evidenzia che la presenza di iperglicemia o diabete conclamato,
aumenta il rischio di deficit uditivo sulle alte frequenze, ma non sulle
medie-basse frequenze. Il danno è probabilmente determinato da una
microangiopatia cocleare e degenerazione della stria vasculare con perdita delle
cellule ciliate esterne. Il fenomeno si aggrava, con interessamento anche delle
basse frequenze, se c’è contemporaneamente esposizione al rumore. È noto
infatti, che l'esposizione al rumore professionale contribuisca fino al 37% di
tutte le cause di perdita dell'udito in età adulta; inizialmente il danno si
esprime sulle altissime frequenze per poi estendersi alle medie e basse
frequenze. Nei fumatori vi sono più probabilità di avere problemi di udito
rispetto ai non fumatori. Il meccanismo responsabile dell'effetto del fumo sulla
perdita dell'udito non è chiaro; tuttavia, alcuni studi hanno suggerito che gli
effetti ototossici diretti della nicotina sulle cellule ciliate cocleari si
esprimano con una riduzione dell’ossigeno disponibile per le normali funzioni
neurali con conseguente danno e morte cellulare. L’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia
e, più in generale tutti i fattori di rischio cardiovascolare, sono correlati a
un aumento del rischio di sviluppare problemi di udito. Questi studi hanno
riportato che il fenomeno è determinato da un meccanismo riconducibile all’aterosclerosi.
L’ipertensione arteriosa determina danni vascolari anche cocleari che si
esprimono, inizialmente, sulle alte frequenze. Successivamente se il fenomeno
non è controllato, il danno si estende sulle frequenze medie e basse. Il danno
viene aggravato da una riduzione della funzionalità renale o da una vera e
propria insufficienza renale. Infine, più in generale, le condizioni
ambientali, la scolarità e le caratteristiche sociali determinano un migliore accesso
all'assistenza sanitaria, una più accurata alimentazione e ad una prevenzione
più efficace. Il tutto si esprime con una riduzione della malattia e, nello
specifico, con una migliore prevenzione sul danno uditivo. La perdita dell'udito
può limitare significativamente la comunicazione e i rapporti sociali con
conseguente diminuzione della qualità di vita a cui, negli ultimi anni, si è
aggiunta la pericolosa relazione con il rischio di sviluppo di deficit
cognitivi.
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