NEURACUSIA

Antonio R. De Caria

Centro Medico Auris - Mantova

Con il nuovo termine Neuroacusia (neologismo dal greco νεῦρον - nervoso  e ἀκοή - udito), si vuole definire un gruppo di disturbi uditivi — primariamente acufeni, iperacusia, misofonia e fonofobia — in cui le alterazioni della sensazione sonora non derivano unicamente da disfunzioni del sistema uditivo, ma anche da una complessa modulazione delle reti corticali ed emozionali. 

Il concetto di Neuroacusia propone un modello integrato neuro-psico-uditivo, nel quale l’iperattività delle vie uditive centrali, la disregolazione limbica e di differenti aree corticali, in alcuni casi ancora non ben determinate, determinano un’alterazione della soglia percettiva e della reattività emotiva al suono. 

Tale approccio consente una comprensione più ampia dei disturbi uditivi soggettivi, offrendo nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche basate sull’interazione tra percezione sensoriale e risposta emozionale. 

L’obiettivo è superare la visione riduttiva del sintomo uditivo come fenomeno di patologia audiologica, integrandolo con la dimensione neurologica e psicologica in un unico paradigma clinico.

Manifestazioni cliniche

La neuracusia può comprendere diverse manifestazioni principali, spesso coesistenti quali:

1.      Acufeni

o       Percezione di suoni in assenza di stimoli sonori esterni, come fischi, ronzii o sibili.

o       Possono essere continui o intermittenti, monolaterali o bilaterali.

o       Spesso sono associati a ipoacusia e possono causare stress, insonnia e difficoltà di concentrazione.

o       La gravità non è sempre correla con la perdita uditiva periferica, suggerendo una componente centrale significativa.

2.      Iperacusia

o       Sensibilità eccessiva a suoni normalmente tollerabili.

o       Può provocare dolore, disagio o ansia in ambienti quotidiani.

o       È correlata a una ridotta inibizione centrale del sistema uditivo e a una maggiore eccitabilità corticale.

3.      Fonofobia

o       Paura o ansia intensa nei confronti di suoni specifici o di ambienti rumorosi.

o       Porta spesso a comportamenti di evitamento e isolamento sociale.

o       Coinvolge meccanismi limbici e sistemi di valutazione del pericolo, con sovraattivazione dell’amigdala e di reti associative corticali.

4.      Misofonia

o       Reazioni emotive negative selettive a determinati suoni prodotti da altre persone, come masticare, respirare o tamburellare con le dita delle mani.

o       Queste reazioni possono includere irritabilità, rabbia, ansia o disagio fisico.

o       La misofonia è indicativa della stretta connessione tra percezione uditiva e modulazione emotiva, con possibile coinvolgimento di circuiti cingolati e insulari.

Meccanismi neurobiologici

La Neuracusia integra i seguenti meccanismi:

        Plasticità corticale: riarrangiamento della rappresentazione neurale del suono nelle aree uditive primarie e associative.

        Integrazione limbica: l’attivazione di amigdala, insula e cingolo anteriore contribuisce alla percezione emotivamente carica dei suoni.

        Disregolazione del gating sensoriale: ridotta capacità di filtrare stimoli sonori irrilevanti, aumentando la reattività soggettiva.

        Influenza top-down: aspettative cognitive, ansia e stress modulano la percezione sonora, amplificando acufeni, iperacusia, fonofobia e misofonia.

Implicazioni terapeutiche

La Neuracusia richiede un approccio multidimensionale che includa:

        Valutazione audiologica completa per identificare eventuali deficit periferici.

        Counselling e terapia del suono (sound therapy).

        Interventi psicologici e cognitivi, come terapia cognitivo-comportamentale, ipnosi, tecniche di rilassamento e gestione dello stress, tecniche di desensibilizzazione sonora.

        Trattamenti farmacologici mirati in casi selezionati, per modulare l’eccitabilità corticale o le risposte emotive.

        Strategie di educazione e supporto, per migliorare la qualità della vita e ridurre l’isolamento sociale.

Conclusioni

La Neuracusia (A. De Caria, 2025) rappresenta un paradigma innovativo nella comprensione dei disturbi uditivi, enfatizzando l’interazione tra percezione sensoriale, modulazione emotiva e plasticità corticale. Questa definizione amplia la prospettiva tradizionale centrata sul sistema uditivo periferico, fornendo un quadro integrato per ricerca, diagnosi e intervento terapeutico.

Bibliografia:

-              De Caria A. Counselling e ipnosi nel trattamento dell'acufene invalidante. Rivista Medica di Psicoterapia e Ipnosi 2008; Anno XX: vol. 11, 171-183

-              Cuda D, De Caria A, et Al. Acufeni: Diagnosi e Terapia. Quaderni Monografici di Aggiornamento Associazione Otorinolaringoiatri Ospedalieri Italiani 2004.

-              Cuda D, De Caria A, Mochi P. Acufeni: Razionale di Terapia. In: Terapia medica in Otorinolaringoiatria. A cura di P. Pisani. Quaderni Monografici di Aggiornamento AOOI 2010.

-       Cuda D. De Caria A. Monici M. Sordità monolaterale o asimmetrica e acufeni: approcci riabilitativi. OnMedicine Anno XII, N. 1, marzo 2019

-              De Caria A. Misofonia: che cos’è e come si cura. OnMedicine Anno VIII, N. 1, marzo 2024; pag. 6 - 11. ISSN 2239-6470

-       De Caria A. La plasticità cerebrale in ambito audiologico e vestibolare nell’adulto e nell’anziano. Relazione al XXXIX Congresso Nazionale Società Italiana di Vestibologia - Pisa 9/12 novembre 2023

-      De Caria A. Acufeni, Misofonia, Fonofobia: un approccio alternativo. Relazione e atti del XXII Congresso Nazionale AIOLP – Palermo 3/5 ottobre 2024

-      De Caria A. ACUFENI, FONOFOBIA, MISOFONIA: una guida pratica al trattamento. Relazione e atti del XXIII Congresso Nazionale AIOLP – Riccione 15/18 ottobre 2025 

 

 

Commenti

Post popolari in questo blog