FARMACI E UDITO
OTOTOSSICITÀ DA FARMACI
ANTONIO DE CARIA - Studio Medico Auris - Mantova
Alcuni
medicamenti possono danneggiare la funzione uditiva e quasi sempre
accompagnarsi a segni di sofferenza delle strutture vestibolari, per cui il
termine di labirintopatie tossiche parrebbe più appropriato.
EZIOPATOGENESI
Diversi prodotti
terapeutici di largo uso presentano ototossicità (chinino, salicilato di sodio,
cisplatino, acido etacrinico, ecc.), ma i neuroepiteli dell’orecchio interno
risultano compromessi soprattutto in corso di terapie con antibiotici
aminoglicosidici (diidrostreptomicina, neomicina, kanamicina, gentamicina, streptomicina
ecc.), antinfiammatori (acido acetilsalicilico) e alcuni diuretici (furosemide).
Discorso a parte deve
essere fatto per i farmaci antitumorali. Infatti i chemioterapici antitumorali
derivati del platino (cisplatino, carpoblatino, oxaliplatino) possono causare
ipoacusia neurosensoriale bilaterale, non reversibile, dose-dipendente. Il rischio che possa insorgere un’ipoacusia in
pazienti trattati con cisplatino varia dal 10 al 90% mentre per una singola
dose si aggira intorno al 30%.
L’entità
del danno cocleare è in funzione della dose totale assunta e le
somministrazioni ravvicinate, a parità di dosaggio finale, si sono dimostrate
le più dannose. Importante è anche la via di somministrazione dei farmaci,
risultando la via di iniezione endorachide assai più pericolosa di quella
intramuscolo e orale.
E’
comunque impossibile conoscere a priori la suscettibilità individuale al danno
uditivo da sostanze tossiche stante la imponderabile variabilità della risposta
nei riguardi della sostanza e dei relativi dosaggi. La nocività del prodotto
appare comunque esaltata da tutti gli stati di sofferenza del recettore
cocleare dovuti a cause flogistiche, vasomotorie e soprattutto traumatiche e
dalla compromissione della funzionalità renale, attraverso la quale il farmaco
viene eliminato.
Sotto
l’aspetto propriamente patogenetico, l’azione tossica degli aminoglicosidi si
rivolge a strutture del recettore cocleare producendo alterazione
fisico-chimica dei liquidi endolabirintici e distruzione anatomica del
neuroepitelio. I diuretici agiscono invece sull’epitelio secretorio della stria
vascolare attraverso meccanismi biochimici di inibizione enzimatica.
QUADRO CLINICO
La comparsa di un danno su
base tossica avviene in modo generalmente subdolo. La sintomatologia è
costituita da acufeni, ipoacusia (primitivamente a livello delle frequenze
acute), vertigine, variamente articolati sotto il profilo cronologico a seconda
del tipo di tossicosi.
Particolarmente colpita
dall’azione ototossica dei farmaci è la popolazione anziana. Infatti, quadri di
alterata funzionalità epatica o renale che possono essere presenti nella
popolazione anziana determinano un’insufficiente eliminazione dei principi attivi
farmacologici che, in questo modo, hanno una maggiore capacità di esplicare la
loro azione tossica nei confronti delle strutture dell’orecchio. L’azione
ototossica potrà essere potenziata dall’assunzione contemporanea di altri
farmaci ototossici. A questo si aggiunga che nell’anziano c’è già presente
un’alterata funzione uditiva e, conseguentemente, il danno sarà maggiore.
DIAGNOSI
La diagnosi si basa sul
dato anamnestico dell’assunzione di farmaci ototossici e sull’esame
audiometrico tonale, che presenta, nelle fasi iniziali, una caduta bilaterale
simmetrica sugli 8 e poi sui 4 KHz e, progressivamente, un interessamento delle
frequenze medie. L’aspetto audiometrico può variare e non è raro avere una
rappresentazione del grafico audiometrico a “corda molle”. In questo caso le
frequenze interessate dal danno sono le centrali, con conservazione delle
frequenze basse e alte.
A seguito di terapia da
effettuare per lungo tempo con farmaci ototossici è necessario informare il
paziente circa l’azione del farmaco e sottoporlo a esame audiometrico di
controllo da effettuare ogni tre-sei mesi. All’esame audiometrico tonale, in
caso di riduzione conclamata della capacità uditiva, bisogna associare
l’audiometria vocale, l’impedenzometria e l’esame vestibolare.
Commenti
Posta un commento