MUSICOTERAPIA
MUSICOTERAPIA: I
BENEFICI PER L’UDITO E PER LA PSICHE
ANTONIO DE CARIA - Studio Medico Auris - Mantova
L’utilizzo
del suono e della musica come mezzo terapeutico ha origini antichissime che
affondano le radici nella cultura e nella tradizione delle popolazioni
primitive. Proprio tramite il suono, lo sciamano del villaggio era in grado di
ripristinare lo stato di salute là dove la malattia era insorta.
La
catartica musicale propugnata dai Pitagorici (armonie delle sfere) e i riti
dionisiaci delle melodie delle baccanti venivano praticati in tutta la Grecia e
nelle sue colonie. In tempi più recenti, in alcune regioni del sud Italia, il
suono che accompagnava i “tarantolati” era rilevatore e risolutore della
malattia. La musica, la danza e i colori diventano pertanto dei simboli capaci
di evocare, configurare, far defluire e risolvere i conflitti psichici
dell'inconscio.
Parlando
di terapia musicale bisogna sfatare il luogo comune che l’ascolto di
particolari suoni o musiche abbia in sé effetti tali da produrre stabili e
rilevanti mutamenti in un dato quadro patologico. Se è vero che dopo aver
ascoltato una composizione musicale ci si può sentire in qualche modo
“sollevati”, non è certo questo che deve essere inteso come terapia.
“La musicoterapia è l'uso della musica e/o
degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta,
con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la
comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione,
l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare
le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive” (def. World
Federation of Music Therapy).
Il
concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa solo
all'inizio del secolo XVIII: il primo trattato di musicoterapia risale alla
prima metà del Settecento a cura di un medico musicista londinese, Richard Brocklesby.
Il suono e la Musica, per essere efficaci sul sintomo, devono essere creati dal
paziente stesso, su indicazione del musicoterapeuta. I suoni devono avere
precise e soggettive caratteristiche fisioacustiche a cui si associano
determinabili valenze psichiche (emotive). La musicoterapia è l'uso
professionale della musica e dei suoi elementi, come un intervento educativo
e/o riabilitativo indirizzato a singoli, gruppi, famiglie o comunità che
cercano di migliorare la qualità di vita
e il loro approccio comunicativo ed emozionale; nonché la ricerca della salute
e del benessere intellettuale e spirituale.
Il
musicoterapeuta servendosi di ritmi, suoni, melodie, giochi armonici o polifonici
in modo creativo, adeguato alla postura, alla gestualità, alla voce, al
comportamento di ogni singola persona apre le porte all’ascolto anche in chi è
o sembra impossibilitato a farlo. La musicoterapia consente di creare una
melodia, un gioco polifonico o armonico, sulla misura di ogni movimento, gesto,
accenno vocalico. Il musicoterapeuta, in modo diretto e immediato, trova il
ritmo e l’intonazione adeguati per far sorgere attenzione, interesse nell’altra
persona, non importa se giovane o anziana, se colpita da disabilità, sindromi,
disturbi ecc. Un’attività musicale, già realizzata in precedenza con differenti
persone o gruppi di persone, va rinnovata con un’altra persona o con un altro
gruppo di persone.
La
musicoterapia può essere utilizzata in ambiti diversi come, quali
l'insegnamento, la riabilitazione o la terapia. Per quanto riguarda la terapia
e la riabilitazione, gli ambiti di intervento riguardano prevalentemente la psichiatria
e la neurologia, tra i quali: disturbi dell’umore e del comportamento, psicosi,
ritardo mentale, morbo di Parkinson e di Alzeimer, autismo.
Le
esperienze in musicoterapia dimostrano che il bambino sordo, correttamente
diagnosticato e protesizzato, accede in modo naturale alla parola, attraverso
il canto. L’utilizzo e la padronanza della voce è possibile imparando ad
ascoltare. Il bambino ipoacusico protesizzato impara ad ascoltare e a vivere i
suoni identificandoli con progressione crescente e costante in un contesto di
gioia. Imparando ad ascoltare, per volontà propria, impara a godere dei
vantaggi della parola. Per questo incomincia a parlare, secondo il suo modo di
distinguere i suoni che si affina progressivamente con la fiducia e l’autostima
che si rafforzano perché si sente compreso dagli altri.
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