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Un udito in forma? Questione di stile di vita
L’orecchio può essere danneggiato da stili di vita errati, rumori intensi o attività sportive traumatiche: ecco come proteggerlo e garantirne il buon funzionamentoDa Guardare
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Il suo buon funzionamento è fondamentale per consentirci di vivere al meglio le nostre giornate, eppure spesso tendiamo a dare per scontata la sua salute, senza preoccuparcene eccessivamente. Stiamo parlando dell’orecchio, un organo complesso e delicato, che ci permette di restare sempre connessi con chi ci sta vicino e con tutte le nostre attività quotidiane. Come preservare al meglio la sua salute? Innanzitutto conoscendo le cause che più spesso lo danneggiano, in modo da poter mettere in campo i comportamenti più adatti a mantenerlo in forma.
“Generalmente l’orecchio viene suddiviso in esterno, medio e interno, pertanto le patologie che lo interessano possono colpire una o più di queste parti”, spiega il Dottor Antonio De Caria, specialista in Audiologia del “Centro Medico Auris” di Mantova e Audiologo consulente Amplifon. “Le affezioni più comuni riferibili alla parte esterna e media sono le otiti. L’otite esterna è tipica dei mesi estivi dopo un bagno in mare o in piscina. La seconda, è la frequente otite media catarrale che interessa adulti e bambini e che spesso deriva da infiammazioni che dal naso si diffondono all’orecchio. In genere non sono particolarmente preoccupanti perché si risolvono con una corretta terapia farmacologica. Al contrario le patologie che interessano l’orecchio interno sono più importanti in quanto determinano spesso un calo uditivo permanente. Nella maggior parte dei casi la riduzione dell’udito si rileva su entrambi le orecchie, con una lenta evoluzione, la cui causa, oltre al progredire degli anni, è da ricondurre all’azione di numerosi fattori come rumore, stili di vita errati, utilizzo eccessivo di farmaci, alimentazione scorretta. Più raramente la perdita è limitata a un solo orecchio, come nella sordità improvvisa - esito di un evento vascolare, virale o batterico - o a seguito di un trauma”.
Come accade per gli altri organi, l’efficienza dell’orecchio può diminuire con il passare degli anni. “Definiamo questa riduzione delle performance uditive socioacusia”, spiega il Dott. De Caria, “perché è il risultato di tutte le variabili e i fenomeni a cui un individuo è sottoposto nel corso della propria vita. Ci sono molti fattori che possono danneggiare l’orecchio, dal fare per anni un lavoro in cui si è esposti a rumori intensi, all’abusare di alcool, tabacco o farmaci, dal praticare sport potenzialmente pericolosi all’ascoltare musica ad alto volume o andare a caccia. Anche patologie sistemiche come il diabete e l’ipercolesterolemia possono causare o aggravare una perdita uditiva”.
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Che fare dunque per cercare di mantenere efficiente nel tempo il nostro udito? “Uno stile di vita sano è importante perché ci mette al riparo da danni vascolari che – è scientificamente provato – si ripercuotono anche sull’udito”, sostiene il Dott. De Caria. “È bene dunque evitare di fumare e limitare il consumo di alcool, grassi, sale e zuccheri. È raccomandato assumere sempre i farmaci solo su prescrizione, seguendo tempi e modalità di assunzione indicate dal medico: molti antibiotici, antiinfiammatori e diuretici, specie ad alto dosaggio e se assunti per molto tempo, sono potenzialmente dannosi per l’orecchio. In tema di accortezze da mettere in campo per salvaguardarci consiglierei innanzitutto di evitare di esporsi o proteggersi da rumori violenti e intensi. Chi lavora in luoghi molto rumorosi dovrebbe sempre adottare otoprotettori come le cuffie, mentre, nel tempo libero, ad esempio in discoteca o durante le attività ricreative, è bene allontanarsi di tanto in tanto dalla confusione e lasciar ‘riposare’ l’orecchio. Attenzione anche alla musica in cuffia: il volume giusto per l’ascolto è quello che consente di comprendere anche ciò che accade nel mondo esterno”.
È proprio nel tempo libero che dobbiamo fare più attenzione alla salute delle nostre orecchie: alcune attività ludiche come la caccia o il motociclismo comportano forti e improvvisi rumori, è importante quindi indossare le apposite protezioni. “Lo stesso vale per i tuffi e le immersioni”, ricorda il Dott. De Caria. “Bisogna sempre immergersi con cautela, facendo attenzione a compensare la pressione per evitare che quella esterna superi quella interna causando danni al timpano e, di conseguenza, alla coclea, struttura dove sono presenti le cellule acustiche. Non è da sottovalutare neppure il pericolo insito in alcuni sport che prevedono contatto fisico violento come le arti marziali, il pugilato o il rugby: anche in questo caso indossare gli appositi caschetti protettivi è fondamentale”.
Il nostro orecchio può rivelarsi sensibile anche in occasione di un volo aereo: per alleviare la pressione è consigliabile mangiare qualche caramella o masticare una gomma e deglutire spesso.
Quando rivolgersi al medico? “I primi campanelli d’allarme possono essere diversi”, spiega il Dott. De Caria, “quelli più frequenti sono rappresentati dalla difficoltà a seguire un discorso in ambienti rumorosi o in TV, non sentire lo squillo del telefono, avere la sensazione di orecchio ‘chiuso’, udire un ronzio o un fischio del quale non si riesce a individuare la fonte: è il cosiddetto ‘acufene’, un fenomeno molto diffuso che spesso si accompagna ad un calo uditivo. In tutti questi casi è importante rivolgersi a uno specialista ed effettuare un esame audiometrico, veloce e non invasivo, al fine di inquadrare il problema e individuare la corretta soluzione”.
Per ulteriori informazioni: studiomedicoauris@gmail.com



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